Niccolò Ammaniti, <img src=http://img57.imageshack.us/img57/339/ammanitivr1.png>

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view post Posted on 30/7/2008, 11:07

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Cosa Ne pensate di questo scrittore? Mi rendo conto che il suo tipo di scrittura, cosiddetta "cannibale", è in totale disaccordo con la Narrativa Generazionale, quel tipo di narrativa che, oggi, va molto fra gli adolescenti; ed è strano che appassioni ragazzi della mia, e credo della nostra, età. Con me però, ci è ampiamente riuscito.


Niccolò Ammaniti (Roma, 25 settembre 1966) è uno scrittore italiano.

Il suo primo romanzo, Branchie, scritto a quattro mani con la giallista Lucia Dubini, è stato pubblicato dalla casa editrice Ediesse nel 1994, per essere poi acquisito dall'Einaudi nel 1997. Il libro racconta la storia paradossale e fantastica di un ragazzo romano malato di tumore che si trova catapultato suo malgrado in India, dove è costretto a vivere una serie di sgradevoli e stravaganti avventure. Dal libro è stato tratto un film omonimo nel 1999, per la regia di Francesco Ranieri Martinotti, che lo ha sceneggiato insieme a Fulvio Ottaviano. Nel film recitavano Gianluca Grignani e Valentina Cervi, ma nonostante l'ingente budget si è rivelato un insuccesso.

Nel 1995 Ammaniti ha pubblicato, insieme al padre Massimo, famoso psicologo, il saggio Nel nome del figlio, edito da Mondadori.

Ha partecipato nel 1996 all'antologia Gioventù Cannibale, curata da Daniele Brolli e pubblicata da Einaudi, con un racconto scritto a quattro mani con Luisa Brancaccio. Quest'opera è stata da molti considerata solo un'operazione commerciale, mentre per altri ha costituito un elemento di rottura nel panorama della letteratura italiana contemporanea.

Sempre nel 1996 pubblica per Mondadori la raccolta Fango, che contiene, tra gli altri, i racconti Vivere e morire al Prenestino e L'ultimo capodanno dell'umanità. Da quest'ultimo è stato tratto nel 1998 un film, L'ultimo capodanno, diretto da Marco Risi, in cui figurano Monica Bellucci, Francesca D'Aloja e Giorgio Tirabassi. Ammaniti ha partecipato insieme al regista alla sceneggiatura. Nello stesso anno Mondadori ha ripubblicato da solo il racconto, con lo stesso titolo del film.

Nel 1999 esce il romanzo Ti prendo e ti porto via (Mondadori). Il libro racconta le vicende di Pietro Moroni e Graziano Biglia, con un notevole intreccio di fatti. Il primo, Pietro, conclusa la seconda media, sa di non potersi aspettare un'estate spensierata; mentre il secondo, Graziano, eterno adolescente e famoso tombeur de femmes, scopre il vero amore in una donna che però non potrà contraccambiarlo. Ammaniti ambienta la storia interamente a Ischiano Scalo, squallidissimo e immaginario paese dell'Italia centrale, dove "il mare c'è ma non si vede", mettendoci davanti alle più inimmaginabili vicende, fatte di casualità così pressanti da diventare colonne portanti della trama del romanzo.

La notorietà a livello nazionale giunge per Ammaniti nel 2001 quando pubblica il romanzo Io non ho paura, diventato nel 2003 un film di Gabriele Salvatores.

Scrive nel 2004 il soggetto per il film Il siero della vanità, diretto da Alex Infascelli.

Nel 2006 esce il romanzo Come Dio comanda, edito da Mondadori, accolto con favore dal pubblico, ma con alterni giudizi dalla critica. Nel 2007 Come Dio comanda vince il premio Strega.




Ti Prendo e Ti Porto Via 1999

Il romanzo, che è stato spesso definito pulp, è ambientato in una cittadina inventata, Ischiano Scalo, della Maremma sita tra Lazio e Toscana, dove "il mare c'è ma non si vede". Ammaniti ci mette davanti alle più inimmaginabili storie, fatte di casualità così pressanti da essere colonne portanti della trama del romanzo. Il libro racconta le vicende di Pietro Moroni e Graziano Biglia, in uno straordinario intreccio di fatti. Le loro due storie, infatti, scorrono parallele per quasi tutto il romanzo, ricongiungendosi solo nel finale.

Pietro è un timido studente di scuola media, figlio di una famiglia molto problematica, innamorato della sua compagna di classe, Gloria. La ragazza, figlia di una buona famiglia borghese, vive un'esistenza opposta alla sua, ma proprio per queste differenze intreccia una forte amicizia con il ragazzo. Il romanzo comincia con la scoperta della bocciatura di Pietro e procede con un flashback che ci riporta indietro di sei mesi, per raccontarci le vicende dell'anno scolastico di cui sono protagonisti i due ragazzi.

Graziano, playboy fallito ed eterno adolescente, torna ad Ischiano Scalo dopo anni di bagordi, di sesso e di droga e qui scopre per la prima volta il vero amore. Si innamora infatti della professoressa Flora Palmieri, l'insegnante di Pietro, una donna sola e un po' strana, ma la storia d'amore si concluderà miseramente. Graziano lascia Flora, che cade in una terribile depressione ed impazzisce, ma sarà Pietro, incidentalmente, ad ucciderla, provocandole una scossa elettrica mentre ella è nella vasca da bagno. Pietro confessa il delitto e viene condotto in un istituto dal quale uscirà solo sei anni dopo. Quasi maggiorenne, il ragazzo racconta in una lettera a Gloria che il motivo che l'ha spinto a confessare è stato il desiderio di lasciare il contesto degradato in cui viveva, per sperare in qualcosa di migliore per il futuro.

Il libro è stato pubblicato anche in Inghilterra col titolo di "Steal You Away".




Io non ho Paura 2001

La storia è ambientata nell'estate del 1978 ad Acqua Traverse, un paese di fantasia dell'Italia meridionale. Acqua Traverse è un posto molto piccolo, sperduto nella campagna, dove mentre i grandi restano dentro casa per il caldo, i bambini giocano nei campi di grano.

Il protagonista della storia è Michele Amitrano, un ragazzino di nove anni che improvvisamente viene a conoscenza di un segreto grande e terribile: giocando con i suoi amici scopre che in un buco nel terreno, coperto da un materasso, si trova nascosto un bambino. Michele non riesce bene a capire la situazione, né se il bambino è vivo o morto, poiché è molto sporco e sembra non muoversi. Michele non dice della sua scoperta ai compagni, e ritorna a casa molto turbato.

A casa trova il padre, un camionista che ha deciso di prendersi un periodo di pausa per rimanere un po' di tempo con la moglie e i suoi due figli, Michele appunto, e Maria, più piccola. Michele da quel momento incomincia a chiudersi in sé stesso, e quasi ogni giorno va a trovare il bambino nascosto, con il quale a poco a poco instaura un rapporto di amicizia.

Michele non sa se confessare il segreto ai suoi genitori; ma una notte tutto diventa chiaro. Sentendo dei rumori provenienti dalla cucina va a vedere che cosa sta succedendo e scopre tutti gli abitanti di Acqua Traverse riuniti a discutere e a guardare il telegiornale. Alla televisione Michele vede la fotografia di Filippo Carducci, il bambino da lui trovato nel buco, e dai discorsi del padre e degli altri adulti capisce che sono stati loro a rapirlo.

Filippo intanto incomincia a dare segni di squilibrio: parla di orsetti lavatori, del signore dei vermi, crede che lui e tutta la sua famiglia siano morti, e che Michele sia l'angelo custode.

Michele tuttavia non riesce a tener nascosto il suo segreto, e si confida con il suo migliore amico, Salvatore. Questi a sua volta, in cambio di una lezione di guida, racconta tutto a Felice, un ragazzo più grande e molto violento. Felice il giorno stesso picchia Michele e lo riporta a casa dalla madre, la quale cerca di difendere il figlio. Felice tenta allora di usare violenza anche sulla madre di Michele, ma viene fermato dal padre.

Michele è sconvolto. Gli è stato intimato di non andare mai più a trovare Filippo, ma col passare dei giorni non riesce a far altro che pensare al bambino nascosto nel buco. Un pomeriggio, spinto anche dalla terribile notizia che i grandi hanno deciso di ucciderlo, decide di andarlo a liberare. Nel frattempo Filippo è stato trasferito in un altro nascondiglio, ma Michele fortunatamente è riuscito a saperlo. In piena notte Michele si mette alla ricerca del suo nuovo amico, ma non riesce a vedere molto bene; proprio quando pensa di rinunciare trova Filippo, in un anfratto fra le rocce, ormai troppo debole per potersi muovere. Michele lo incoraggia, con una corda riesce a tirarlo fuori, e lo convince a scappare, mentre lui, ferito, rimane nel nascondiglio. Arriva così il padre di Michele, incaricato dagli altri adulti di andare ad uccidere Filippo. Non riconosce il figlio e gli spara.

Quello che Michele sente è solo il rumore sordo del colpo di pistola, il dolore atroce alla gamba, e il pianto del padre che cerca disperatamente aiuto.




Come Dio Comanda 2006


La storia ruota attorno ai personaggi di Cristiano Zena e di suo padre Rino, intrecciata strettamente a quella dei due amici Danilo e Corrado, detto Quattro Formaggi. Rino è un alcolizzato di fede nazista, violento, con un lavoro precario. Alleva da solo il figlio dodicenne Cristiano. Danilo, abbandonato dalla moglie dopo la morte della figlioletta di tre anni, progetta di svaligiare un bancomat nella piazza centrale del paese di Varrano, per poter così avere i soldi per rifarsi una vita e riconquistare la moglie. Oltre a Rino, coinvolto nel piano è anche Quattro Formaggi, un ritardato mentale pieno di tic, che ha come più grande passione la costruzione di un enorme presepe i cui personaggi sono giocattoli trovati al parco giochi. La notte in cui è programmato il colpo, scoppia la "tempesta del secolo", e avviene una serie di eventi tragici, che cambierà le vite di tutti e quattro i personaggi principali, e coinvolgerà altri personaggi secondari (in particolare Fabiana, una ragazzina che frequenta la stessa scuola di Cristiano, e Beppe Trecca, l'assistente sociale che si occupa del caso dei due Zena).

Accoglienza

Come già successo per precedenti opere di Ammaniti, la pubblicazione del romanzo ha suscitato reazioni differenti tra pubblico e critica. Nonostante un buon successo di vendite, alcuni critici si sono espressi negativamente: la prima stroncatura è arrivata da Andrea Cortellessa che sulle pagine de La Stampa' ha sostenuto che lo schema emotivo che governa il libro è "di un’ovvietà da insultare qualsiasi lettore" [1]. Anche Fabrizio Ottaviani su Il Giornale si è espresso con toni forti: "Dominato dalla paura di lasciarsi scappare il lettore, Come Dio comanda testimonia l’avvenuta dispersione del capitale letterario di Ammaniti, già molto esiguo. Scomparsa la minima traccia di stile, il romanzo potrebbe essere stato redatto da chiunque. Nonostante la violenza, il linguaggio crudo, il compiacimento nel soffermarsi su dettagli sgradevoli e urtanti; nonostante la vecchia scusa secondo cui è il genere a escludere ogni pietas e ogni denuncia morale o sociale..." [2].
Tra le recensioni positive invece quella di Filippo La Porta su La Repubblica, che definisce Ammaniti "il Dickens di oggi: scatta un’istantanea spietata del degrado, che suscita orrore, stupore e lacrime. Usando anche l’immaginario fumettistico (Quattro Formaggi è una straziante, patibolare incarnazione di Pippo). Resta addosso l’odore inconfondibile del dolore, che solo gli animali sentono." [3]
Accoglienza più che positiva anche dal regista Gabriele Salvatores che, dopo l'esperienza di Io non ho paura, ha dichiarato di voler trasporre in film anche questo romanzo di Ammaniti. Salvatores ha definito il libro "un thriller che ti lascia senza fiato, che é anche una grande storia d'amore totale... tra un padre e un figlio"[4].

Il romanzo ha vinto il premio Strega nel 2007.


www.it.wikipedia.org





Ho provato ad inserire una targhetta nel titolo, ma, come è evidente, non ci sono riuscita. Se qualche staffer la può modificare, mi farebbe un gran favore. :)
 
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